venerdì 9 gennaio 2009

La nuova stagione del teatrino della politica

Inizio anno all’insegna della sceneggiata, questo è quanto propone la nuova stagione del teatrino della politica italiana.
A Napoli proseguono le repliche del più grande insuccesso della stagione appena trascorsa, “Lacreme democratiche napulitane”. Una Iervolino più agguerrita che mai continua a proporre ancora lo stesso copione e non riesce a mettere d’accordo pubblico e critica: non basta sostituire alcuni attori per evitarle l’accusa di “continuismo” della sceneggiatura con quella tradizione che non vuole scomparire e che dovrebbe essere rinnovata completamente. Bisogna comunque riconoscere una certa tenacia alla regista e capo compagnia del Teatro Politico Instabile di Napoli che non ne vuole sapere di abbandonare la scena, convinta che le novità apportate al cast possano dare nuovo vigore a un lavoro che ha tutti gli ingredienti delle tragedie di successo: drammi familiari, imprenditori corrotti, appalti truccati, intrighi di palazzo, cacicchi, nastri compromettenti, cadaveri eccellenti, commissari di ferro.
Interessante anche la proposta della Compagnia del Caimano con i due mattatori Bossi e Berlusconi che si contendono la scena con Alemanno a fare da spalla nel dramma più popolare degli ultimi tempi, “L’assassinio di Malpensa”. Un copione di sicuro insuccesso che si colloca pienamente nei canoni de teatrino della politica che tanto ci ha dato in questi anni, con tutti gli ingredienti al posto giusto. Intrighi elettorali, colonizzatori stranieri, una compagnia di bandiera in balia dei venti, una eroica cordata di patriotici imprenditori sono gli elementi di punta di una trama che porta i protagonisti a rincorrersi sul palcoscenico mantenendo viva la tensione tra gli spettatori, tenendoli inchiodati alle poltrone in attesa che venga finalmente rivelato il colpevole. Sotto i riflettori si muovono come in un balletto colonnelli lumbard, leghisti agguerriti, romani orgogliosi, una maggioranza confusa e tutta una serie di personaggi di contorno che contribuiscono ad arricchire una vicenda che non manca di riservare sorprese.
Da seguire anche quello che ci propone la compagnia La Terza Via di Walter Veltroni, un classico esempio di teatro dell’assurdo dal titolo “Aspettando il PD” . In scena un grande Veltroni alle prese con una piece claustrofobica, ambientata interamente all’interno di una sede di partito pervasa da un’atmosfera cupa e drammatica a sottolineare la snervante attesa dei personaggi che aspettano l’arrivo della nuova compagine politica, il PD del titolo. Il clima pesante che mette gli attori a dura prova e li costringe a tirare fuori rancori e personalismi attraverso testi pungenti e corrosivi che non lesinano dialoghi duri e schietti. Una rappresentazione nervosa, tesa, che chiede allo spettatore di seguire con attenzione lo sviluppo della trama al limite del comprensibile e che si sviluppa come un happening d’altri tempi, riservando sempre nuove soluzioni e repentini cambi di copione ad ogni replica.

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