venerdì 26 febbraio 2010

mercoledì 24 febbraio 2010

lunedì 22 febbraio 2010

Dietro le facciata, le macerie


Sono solo canzonette...

Bigazzi che canta “Maramao perché sei morto, pane e vin non ti mancavan, l’insalata era nell’orto, una casetta avevi tu” con una padella in una mano e una mannaia nell’altra mentre insegue un gatto lasciato libero sul palco.
Morgan sotto effetto di crack vestito come il cappellaio matto che fa una cover di “White rabbit” dei Jefferson Airplane in mezzo a coniglietti bianchi che saltellano dappertutto.
Jennifer Lopez che devolve il compenso della sua partecipazione come ospite in beneficenza.
Arisa che ricanta le sigle dei cartoni animati come una Cristina D’Avena d’altri tempi accompagnata da Mario Giordano come corista.
Dita Von Teese che prende a scudisciate le chiappe di Gianmarco Mazzi intento a declamare i testi delle canzoni.
Maurittio Cottanzo e Maria De Pilippi vestiti da gangsters che duettano sulle note di “Bonnie & Clyde” di Serge Gainsbourg e Brigitte Bardot che stramazzano sul palco massacrati a colpi di strumenti dall’orchestra.
Cassano che palleggia con le proprie palle vestito come una foca monaca.
Gli operai FIAT di Termini Imerese che si esibiscono in “Arbeit macht frei” degli Area mentre azionano la pressa sotto la quale ci sono i “tre marmittoni” della canzone italiana, quel “pupo” di Enzo Ghinazzi, Emanuele principe dei savoiardi e il tale Canonici.
La Clerici che balla il can-can e dopo l’ennesima piroetta si sbilancia precipitando dal palco su Scajola lasciandolo tramortito al suolo.
Enrico Ruggeri insieme a Roberto Giacobbo che cantano “Mistero” e vengono disintegrati da un raggio laser scagliato da una navicella in volo sull’Ariston, pilotata da degli alieni travestiti da templari.
Malika Ayane che si presenta sul palco subito dopo aver saputo l’esito della votazione, tira fuori un kalashnikov e fa fuori tutti.
Questo si che sarebbe stato proprio un bel festival.

venerdì 19 febbraio 2010

mercoledì 17 febbraio 2010

martedì 16 febbraio 2010

Perchè Sanremo... è Sanremo!

Sanremo nostro,
che sei nei cieli di Rai 1,
sia(e) santificato il tuo Festival,
venga il tuo regno dell'auditel,
sia fatta la tua volontà,
come sul palco così in televisione.
Dacci oggi il nostro successo quotidiano,
rimetti a noi i nostri testi
come noi li rimettiamo ai nostri ascoltatori,
e non ci indurre in tentazioni intellettuali,
ma liberaci dal male delle stroncature.
Amen

Stato di emergenza


domenica 14 febbraio 2010

Ops! L'ho fatto di nuovo...


"Sono a disposizione cinque milioni di metri quadrati di aree dismesse: si tratta di un'occasione storica per ridisegnare la nostra città. Dobbiamo sfruttare questa occasione per dare finalmente a Milano quelle infrastrutture di cui ha bisogno: impianti per la collettività ed aree verdi. Ho cercato sempre di dare il mio contributo al miglioramento del nostro sistema politico: è un'esigenza di cambiamento che investe non solo gli eletti, ma lo stesso modo di fare politica, e credo che i ritardi su questa strada siano ancora oggi la causa principale dei problemi del nostro Paese..."
(Camillo "Milko" Pennisi (Pdl) è finito in manette davanti a Palazzo Marino mentre incassava una mazzetta da 5000 euro infilata in un pacchetto di sigarette. Arrestato in flagranza di reato pochi giorni prima dell’anniversario di "Tangentopoli"… è il nuovo Mario Chiesa?)

venerdì 12 febbraio 2010

giovedì 11 febbraio 2010

Storie di ordinaria corruzione: il “liquido gelatinoso”.


Il presidente uscì sulla soglia. Il “liquido gelatinoso” avanzava senza sosta invadendo il paese. Puzzava di merda. Stava avvolgendo progressivamente tutto e cominciava a insinuarsi nei gangli vitali della nazione. Quel tanfo lo inebriava, gli ricordava l’odore del potere, il profumo della corruzione, l’afrore del malaffare. Si nutriva delle istituzioni inglobandone i membri che però si muovevano perfettamente a loro agio nella sostanza melmosa: galleggiavano come stronzi. Mentre la gente annaspava e si muoveva a fatica, al riparo dei palazzi qualcuno rideva e organizzava megafeste a base di sesso. Era iniziata la spartizione della sostanza gelatinosa: a te la ricostruzione del dopo frana, a te la ricostruzione del dopo terremoto, a te la ricostruzione del dopo aggressione, a te la ricostruzione dell’immagine del paese e giù tutti a ridere. Che cazzo avevano da ridere? Chiunque cercava di arginare tutto ciò veniva accusato di complottare contro chi gestiva l’ammasso gelatinoso che affondava il paese. La popolazione annaspava, una parte sperava ancora che da loro venisse qualche aiuto, credeva che il presidente sarebbe arrivato a dargli una mano e a tirarli fuori da li. Come facevano a crederci ancora dopo tutto quello che stava succedendo restava un mistero. L’eco delle risate non faceva sperare niente di buono. Qualcuno cominciò lentamente a capire che chi doveva mantenere le promesse non aveva nessuna intenzione di farlo e ognuno doveva cavarsela con le proprie forze. I ribelli si dividevano tra di loro su quale fosse il modo migliore per affrontare la situazione perdendo tempo prezioso per fare opposizione, lasciando i pezzi per strada che veniva prontamente attratti dalla melassa. Qualcuno sperava in una poltrona di salvataggio, in un elicottero o in un'anfibia auto blu, qualcuno cercava disperatamente di rimanere aggrappato alla propria barca.
Il presidente fece il primo passo. Stava perfettamente in equilibrio sulla gelatina tremolante. S'incamminò osservando il disfacimento che lo circondava, respirando a pieni polmoni il tanfo che inebriava le sue narici, benedicendo tutto e tutti con ampi gesti delle mani, con sorrisi e canzoni rassicuranti. Una troupe televisiva gli andava dietro a stento e riprendeva tutto quanto stava accadendo per un programma speciale in prima serata, durante il quale lui avrebbe rassicurato il paese che ne sarebbero venuti fuori meglio degli altri, alla grande...

mercoledì 10 febbraio 2010

martedì 9 febbraio 2010

domenica 7 febbraio 2010

venerdì 5 febbraio 2010

giovedì 4 febbraio 2010

I want a new drug!

Kinotto
Oggi è stata gran calura
nella mia gola c'era arsura
mi sembrava di impazzire
c'era un'afa da morire
nella notte l'ho sognato
nella gola l'ho gustato
ma costava un puttanaio
quel chinotto dal lattaio!
Un chinotto ogni due ore
è un gran viaggio da signore
Un chinotto ogni due ore
fa passare il malumore
Il chinotto è la mia droga
io lo bevo senza posa
quando sono un po' depresso
mi riaggiusta con me stesso
Un chinotto ogni due ore
è un gran viaggio da signore
.........(ripete ritornello)..........
Il chinotto è molto bello
sale dritto nel cervello
col suo gusto effervescente
fa leggera la tua mente
Il chinotto è come un mantra
ti disseta e ti rinfranca
se lo bevi senza sosta
alla tua vita avrai risposta
(Skiantos-Kinotto, 1979)

martedì 2 febbraio 2010