sabato 17 aprile 2010

Quel che resta del PDL (farsa “ in progress” di AA.VV.)

Al centro della scena Berlusconi seduto su una sedia Luigi XVI. In piedi di fronte a lui Gianfranco Fini con indosso l’impermeabile e le valige in mano. Il clima è teso, l’atmosfera cupa, il nervosismo palpabile. Il Premier è visibilmente irritato.

Berlusconi: E così te ne vai! Dopo tutto quello che ho fatto per te, cribbio! Ti ho perfino dato la presidenza della Camere!
Fini: Sai che roba! Con un parlamento senza più alcun prestigio istituzionale, ridotto e mero votificio per soddisfare i tuoi capricci! A questi giochi non ci sto più e dico basta!
Berlusconi: Ma si, vattene! E portati pure dietro tutto il resto della tua servitù che non so più che farmene di loro…
Fini: Guarda che uno come me non lo trovi così facilmente, voglio vedere come farai a mandare avanti la baracca. Dimenticavo, salutami la “trota”: ho visto come si trova bene a sguazzare nel tuo acquario insieme a quel pesce palla di Gasparri e a quel siluro di La Russa pronti a intorbidire le acque.
Berlusconi: Ma sentitelo l’ex delfino! Occhio a non finire spiaggiato piuttosto, cribbio!
Fini: Pensa alla… “Trota” e a tutto il branco che gli sta intorno!
Fini esce di scena. Berlusconi rimane da solo. Si alza e comincia a camminare avanti e indietro sul palco.
Berlusconi: E’ proprio vero, la gratitudine non è di questo mondo! Anche se, in effetti, il servizio stava cominciando a peggiorare...
Ad un tratto irrompe Bossi seguito da Calderoli armato di lanciafiamme, il figlio Renzo vestito da trota, Roberto Cota, Luca Zaia e un manipolo di leghisti in tradizionale costume celtico.
Berlusconi: Umberto... accomodati, ti stavo aspettando.
Bossi: Vedo che non hai ancora apparecchiato… ho una fame che non ci vedo! Gianfranco, portami da bere!
Berlusconi: (visibilmente imbarazzato): Ehm…
Bossi (spazientito): Cos’è sordo?! Gianfranco, da bere, subito!
Berlusconi: Gianfranco se ne andato…
Bossi: Andato? Come sarebbe? E dove…
Berlusconi: Non lo so… a sinistra anche lui, forse. L’altra notte l’ho sentito che vaneggiava nel sonno di «un partito nazionale, attento alla coesione sociale dell’intero Paese, capace di dare risposte ai bisogni economici del mondo del lavoro e delle famiglie, garante della legalità e dei diritti civili, motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise»…
Bossi: Lo dicevo io che non ti dovevi fidare. Per fortuna che adesso ci siamo qua noi e stavolta non c’è né per nessuno! Vero Renzo?
Renzo: Già, adesso c’è papà, ci pensa papà, perché papà è il migliore, papà è un…
Bossi: Basta “trota”, hai rotto le balle! Pensiamo a mangiare piuttosto!
Berlusconi: Faccio io o hai qualche richiesta particolare?
Bossi: Per cominciare del federalismo in salsa padana, poi una buona fetta di banche del nord e per contorno un bel piatto di radici cristiane in agrodolce. Da bere acqua del Po e… cervogia per tutti! Ah, ah, ah!
Tutti ridono fragorosamente. Cala il sipario…

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