martedì 15 ottobre 2019

Vota al cinema! - L'uomo che rottamò se stesso


Una sera il leader del Partito Democratico Matteo Renzi esce dal Nazareno e sale sulla sua bicicletta per dirigersi verso casa. Durante il tragitto, dopo aver visto un manifesto pubblicitario con Zingaretti che brinda alla nuova alleanza di governo con il M5S bevendo un bel bicchiere del nuovo vino di D’Alema, cambia improvvisamente espressione e comincia ad accelerare pedalando all’impazzata. Finisce così per perdere il controllo del mezzo e prima di schiantarsi contro un muro, lo vediamo per un attimo come si vede in realtà: con in dosso il suo bel giubbotto di pelle e gli occhiali da sole mentre guida una bicicletta nuova fiammante e pedala soddisfatto verso una nuova creatura politica, “Italia Viva”.
Ricoverato in ospedale con un trauma cranico, le sue funzioni vitali si azzerano per alcuni istanti per tornare alla normalità di li a poco. Una volta ristabilitosi dopo la convalescenza Matteo ritorna a casa e riprende la sua vita accanto alla moglie e ai figli. Intanto comincia seriamente a riflettere su quale sia il suo ruolo nel PD fino a che strane visioni di un prossimo futuro gli fanno capire che qualcosa sta succedendo: vede Roberto Giachetti firmare per il taglio dei parlamentari per poi proporre un referendum contro il taglio stesso; il barbiere alla buvette gli ricorda che era già passato nel pomeriggio per sistemare i capelli in vista della nuova Leopolda e del varo della nuova creatura politica “Italia Viva”, mentre gli appare Riccardo Nencini che gli lascia intendere che i socialisti  sono disposti ad avviare una nuova relazione politica con lui.
Matteo, non ricordando nulla, crede di avere dei problemi mentali e si rivolge così ad uno psichiatra che sentenzia: “Tutti noi siamo in un certo senso più di una persona, figuriamoci i politici. La bicicletta, il giubbotto di pelle e quella camicia bianca con le maniche tirate su, quelle cose simbolizzano tutto quello di che deve recuperare. Non si renda schiavo delle convenzioni”.
Con l’andare del tempo le sue visioni aumentano e mentre Zingaretti vara la riforma del Pd che prevede una segreteria unitaria, lo stop ai correntismi e nuove forme di partecipazione, Matteo vede se stesso sfidare Salvini a un duello televisivo nello studio di “Porta a Porta”.
Sempre più confuso, telefona a casa ma la governante non crede alla sua identità affermando che “il vero signor Renzi è nella sua stanza a decidere cosa fare di “Italia Viva”, la sua nuova creatura politica". Matteo torna quindi a casa di corsa e s'imbatte così nel suo sosia politico che gli rivela: “Io sono te. Tu sei morto politicamente quel giorno che sei uscito dal PD, e per alcuni attimi è morto anche il tuo iPhone: questo mi ha permesso di uscire e di creare “Italia Viva”; solo che, purtroppo, tu hai ricominciato a vivere. Adesso siamo in due e non può andare avanti così. Uno di noi due deve andarsene”.
Terrorizzato da quella visione, Renzi inforca la sua nuova bicicletta e scappa inseguito dal suo sosia, fino a quando perde in controllo del mezzo e finisce dritto nell’Arno inabissandosi. Un attimo dopo il suo sosia ha un malore, ma si riprende brillantemente per tornare finalmente al centro della scena politica italiana…

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