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martedì 16 marzo 2010
“Il complotto”, l’ultima farsa.
Siamo alla comica o meglio alla farsa finale. L’ultimo soggetto portato in scena dalla “Compagnia Teatrale della Libertà” infatti si rivela essere un vero e proprio pasticciaccio con una pessima regia e un branco di attori allo sbando. L’opera dal titolo “Il complotto” scritta, diretta e interpretata in prima persona dal capo compagnia lo vede in scena ininterrottamente in un unico atto insieme al solito gruppo di nani e ballerine con aggiunta di veline d’ordinanza. I personaggi si muovono in mezzo a una scenografia di cartapesta allestita da un imprenditore finito in galera poco dopo la realizzazione che riproduce un paese alla deriva dove si muovono la solita masnada di faccendieri, affaristi travestiti da imprenditori, uomini di mafia, finte massaggiatrici in tanga e tutto quanto fa corruzione e degrado morale. Vediamo il protagonista prodursi in repentini cambi d’abito come un Fregoli di seconda categoria e calarsi alla perfezione nell’ambientazione da fine impero trasformandosi di volta in volta in un decadente Caligola in piena orgia di potere, in un Napoleone in attesa della sua Waterloo, in un Nerone con arpa d’ordinanza in una pessima imitazione di petroliniana memoria. L’interprete principale sembra sempre sull’orlo di una crisi di nervi e si sposta freneticamente sul palcoscenico combattendo contro la solita schiera di giornalisti e giudici che assumono le fattezze di grotteschi demoni comunisti armati da falci e martelli che agitano minacciosamente i classici avvisi di garanzia pre-elettorali, sempre pronti a ordire complotti contro la sua libertà di fare del paese quello che vuole. Musiche finto napoletane del suo compositore di fiducia interpretate da un pupo e un principe vestito da savoiardo sottolineano i tratti salienti della rappresentazione mentre il resto della compagnia improvvisa un circo mediatico prostrandosi al grande trasformista che elargisce regali e posti in lista un po’ a tutti, pubblico compreso. Una rappresentazione verosimile della situazione attuale che ha il suo punto di forza nella scenografia, grandiosa e splendente che si sgretola man mano che l’opera procede e che finisce col travolgere tutti. Originale l’impiego del suggeritore la cui funzione viene completamente ribaltata: è il primo attore che tramite un telefono di scena gli suggerisce le battute che prontamente verranno poi rimandate agli altri attori. Il momento più significativo quando appare in scena un invasato travestito da Superman agli ordini dell’imperatore che cerca di opporre il suo corpo come baluardo al disfacimento totale cercando di salvare il salvabile, soprattutto la sua immagine. Torte in faccia, secchiate di fango che piovono sul palcoscenico coprendo tutto quanto, il cavallo della RAI che prende fuoco sono altri momenti malamente riusciti che però danno ulteriore conferma della pessima messa in scena. Nessuna possibilità di farsi ridare indietro i soldi del biglietto che pare siano andati a finire in un conto bancario della Repubblica di San Marino.
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