E venne il giorno…
Quella sera il Premier riunì tutti i responsabili nel suo palazzo e li fece sedere alla Sua tavola. Quindi prese il pane appena sfornato dopo il rimpasto di governo, lo spezzò, lo distribuì e disse loro: -Prendete e mangiatene tutti! Prendi Roberto, a te il sottosegretariato all’agricoltura… a te Bruno il sottosegretariato all’economia… ecco, Luca, prendi il sottosegretariato al welfare…
-Ma cosa è… il welfare… Maestro?
-Quando ti recherai in pellegrinaggio da Sacconi ti verrà detto: adesso taci e mangia, cribbio! A Daniela il sottosegretariato allo sviluppo economico e a te Catia quello all’economia…
E poi vennero Roberto, Aurelio, Antonio e Giampiero a completare la spartizione.
E quelli cominciarono a mangiare il loro pezzo di pane, e più mangiavano più il pezzo di pane rimaneva della stessa dimensione che era stata data loro.
La meraviglia riempiva i loro occhi! Qualcuno si alzò e disse: -Com’è possibile, maestro? Noi mangiamo e… e… il pane non diminuisce mai!
-E’ un miracolo!- gridò qualcuno.
-Santo subito!- gridò qualcun altro.
Il Premier si alzò, fece loro cenno di sedersi e disse: -La bontà del Premier è senza limiti e coloro che credono e continueranno a credere in Me verranno sempre ricompensati, ricordatevelo! Questo è solo l’inizio, altri dieci presto siederanno a questa tavola e divideranno il Mio pane con tutti voi in gratitudine e responsabilità. E non è detto che sia finita…
Quindi tutti ripresero a mangiare e nessuno più, quella sera, lo interruppe.
La cena proseguì ed Egli garantì loro che non sarebbe stata certo l’ultima, ce ne sarebbero state altre e sarebbero proseguite per tutta la lunga notte della Repubblica.
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