La "Sindrome politica di
Stoccolma" è un particolare stato di dipendenza
psicologica che si manifesta spesso nelle vittime di
propaganda politica prevalentemente di stampo populista soggette a ragionare
con la pancia piuttosto che con il cervello. Questo particolare fenomeno psicologico nasce durante
i comizi e agisce sulla psiche dell’elettore più suggestionabile alla becera propaganda
populista man mano che ci si avvicina alle scadenze elettorali, quando un
leader populista sempre alla ricerca del consenso e preso dalla foga espositiva
durante la promozione del proprio programma elettorale decide di inasprire i
toni del dibattito politico spingendo sul volume del megafono. Un atteggiamento
che raggiunge il suo apice durante le sedute parlamentari, portando il leader
populista a compiere veri e propri atti di violenza verbale nei confronti degli
avversari politici fino a raggiungere deprecabili episodi di violenza fisica
durante i momenti più accesi della bagarre in aula. Questo modo di comportarsi induce
l’elettorato più sensibile alle tematiche populiste a immedesimarsi totalmente nella
visone del mondo e della società promossa dal proprio leader di riferimento, portandolo
così a provare un sentimento molto positivo nei suoi confronti che può spingersi
fino all'amore incondizionato, alla totale sottomissione volontaria e a
imbracciare il forcone in difesa delle proprie idee.
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