martedì 14 aprile 2009

Aspettando Pirlot (atto unico di Samuele Becchetto)

Lago Maggiore. Un uomo e una donna sono seduti con le spalle appoggiate al muro di una villa. I due hanno con loro poche cose, oggetti portati via in fretta dalla loro casa distrutta dal terremoto che ha travolto l’Abruzzo. Aspettano qualcuno.


DONNA - Te lo dicevo io, era meglio la Sardegna…
UOMO - Era già tutto prenotato.
DONNA - Da quanto siamo qui?
UOMO - E che ne so? Ormai ho perso il senso del tempo…
DONNA - Dici che arriverà?
UOMO - Non ti fidi? E’molto indaffarato è vero, ma manderà qualcuno vedrai…
DONNA - Bonaiuti?
UOMO - Non è riuscito ad impostare il navigatore satellitare: pare sia bloccato insieme a Cicchitto dalle parti di Ronco Bilaccio.

Ad un tratto una figura si avvicina, è Capezzone il portavoce della Libertà.

DONNA - Arriva qualcuno!
UOMO - Capezzone! Andiamo bene…
(Capezzone ha il solito rassicurante broncio giovanile del portavoce d’assalto.)
CAPEZZONE - Buonasera, oggi il Presidente non viene, verrà domani, lo ha assicurato ai telespettatori. Non lasceremo indietro nessuno, come ha fatto questa sinistra forcaiola e giustizialista con la quale non è possibile nessun dialogo.
(I due cercano di parlare, ma non ci riescono.)
UOMO - Senta noi non…
CAPEZZONE - Guardi, mi lasci parlare che io non l’ho interrotta! Ecco vedete telespettatori? Il solito vizio della sinistra. Io lo chiedo a voi: come si può dialogare con chi pensa di strumentalizzare un episodio così grave? Il rigore su Totti non c’era Aldo, e lo può confermare anche Taormina…

Capezzone si allontana lasciando dietro di se l’eco delle sue parole sulle note della sigla del Processo di Biscardi.

UOMO - E’ sempre così, parla, parla…
DONNA – Perché non siamo andati in albergo sulla costa adriatica? La vista sul mare, la spiaggia…
UOMO - Si, con tutta quella sabbia tanto per ricordarci come sono state costruite le nostre case!
DONNA – Nell’attesa io pianterei la tenda qui fuori…
UOMO – Non se ne parla nemmeno! E se passa una ronda? Ci scambiano per rumeni e magari prendiamo anche due bastonate! Non essere così pessimista ha detto che non lascerà nessuno indietro, no?
DONNA - Beh, per dirlo… l’ha detto …

Un rumore in lontananza. E’ un’auto blu, si avvicina e si ferma davanti ai due. Dal finestrino spunta Gasparri, accanto a lui Fini al volante.

GASPARRI - Aò, e voi chi siete, che ce fate qui nella terra del mio padrone?
DONNA - Siamo venuti per la casa…
GASPARRI - Ah, i giardinieri! Si, me l’aveva detto che venivate. Nun è che siete rumeni?
UOMO - Veramente saremmo due sfollati abruzzesi…
GASPARRI - Bene, che quelli je dai un lavoro e poi te fanno veni’ tutta la famiglia e come minimo te fregano l’argenteria!
FINI - Maurizio, su, datti una moderata…
GASPARRI - Zitto Gianfrà! E’ già tanto che te famo fa l’autista! Allora da dove venite?
UOMO - L’abbiamo già detto, siamo due sfollati abruzzesi… sa, il terremoto…
GASPARRI - Guarda che noi nun famo distinzioni: abruzzesi, napoletani, pugliesi, basta che c’avete vojia de lavorà. Nun semo leghisti noi, semo er Popolo della Libbertà chiaro?!
DONNA - Beh, veramente…
GASPARRI - Bene, aspettate qui. Gianfranco metti in moto, tornamo dal Presidente a prendere le chiavi!
FINI – Maurizio, almeno mettiti la cinta…
GASPARRI – Ma se nun metto manco le bretelle?! A me i carzoni me stanno su da soli, chiaro? Pensa a guidà!

L’auto se ne va sgommando lasciando i due li, sul posto.

DONNA – Cos’ è ‘sta storia dei giardinieri?
UOMO - E che ne so, ha detto che dava la casa per gli sfollati…
DONNA - Che dici, aspettiamo ancora?
UOMO - Mah!

Cala il sipario…

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