giovedì 10 gennaio 2013

La politica in cucina

La cucina politica italiana non è messa un granché bene. È tutto sottosopra, le dispense sono quasi vuote e non si riescono a trovare gli ingredienti giusti per creare qualcosa di appetitoso. Ogni cuoco pensa di essere il migliore e giudica gli altri incapaci di preparare almeno un piatto decente per il palato di milioni di elettori che li aspettano al varco elettorale, pronti a giudicare le proposte che arriveranno: sarà la solita minestra riscaldata o qualcuno lancerà una nuova e sana proposta politico-culinaria in grado di soddisfare i gusti difficili del paese e rimetterlo di nuovo in forma per affrontare al meglio il futuro? Intanto dalle parti del PD si manifesta Vito, comico culinario che da Bruno Vespa si produce in un Piatto Democratico con tutti gli elementi al posto giusto per solleticare le papille gustative del segretario Bersani e prepararlo al meglio per entrare in sala e stupire tutti i commensali. Sempre che qualcuno non salti fuori a sabotare la ricetta per riproporci il solito piatto a base di caimano che, a tanti elettori, pare piaccia ancora.

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