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lunedì 23 dicembre 2019
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mercoledì 13 novembre 2019
martedì 12 novembre 2019
giovedì 7 novembre 2019
mercoledì 6 novembre 2019
martedì 5 novembre 2019
giovedì 31 ottobre 2019
mercoledì 30 ottobre 2019
Vota al Cinema! - Matteodrome
Giuseppe Conte è il Presidente del Consiglio italiano
giunto al suo secondo mandato. Impegnato
quotidianamente nel lavoro di mediazione tra gli alleati di governo e costretto
a fronteggiare una dura opposizione da parte di Matteo Salvini, un giorno, mentre
è nel suo studio intento a programmare la nuova smart tv, capta un video dove
si vede il governo crollare rovinosamente dopo la sconfitta alle amministrative.
Sconvolto dalla visione, Conte chiede a un tecnico di rintracciare il segnale scoprendo
così che il video in questione è prodotto per un programma chiamato “Matteodrome”
e che il segnale della trasmissione arriva da Milano Marittima e precisamente dalla
discoteca Papeete Beach.
Conte è sempre più ossessionato dalla
trasmissione, soprattutto dai video di Matteo Salvini in veste di DJ circondato
da avvenenti cubiste, intento a sorseggiare Mojito e a farsi selfie con i
bagnanti. Nell’intento di approfondire le sue ricerche sul programma e deciso a
scoprire chi si nasconde dietro la sua messa in onda il Premier si reca presso
la sede di una fantomatica "Chiesa Sovranista" gestita dallo stesso
Salvini. Qui il Premier fa alcune scoperte sconvolgenti: scopre che Salvini è
morto da quasi un anno e sopravvive sotto forma di ologramma grazie alle
migliaia di registrazioni dei suoi discorsi e video digitali conservate dalla
Bestia, la sua macchina della propaganda, ma soprattutto scopre che il segnale della
trasmissione causa danni irreparabili al cervello degli elettori causando allucinazioni e alterazioni nella percezione della realtà politica italiana.
Il tempo passa e Conte si accorge che le
allucinazioni di cui è preda diventano sempre più lunghe e realistiche a tal
punto che diventa sempre più difficile distinguere tra realtà e immaginazione: in
una di esse addirittura il suo stomaco si trasforma in urna elettorale nella
cui fessura il Premier inserisce una mano per estrarre una pistola.
Ormai in preda a incubi ricorrenti e sempre più
turbato dalla situazione, Conte viene contattato da Luca Morisi, responsabile
della Spectacular Ocular Beast, ditta specializzata nella produzione di
occhiali e altri sofisticati strumenti ottici. Morisi gli chiede di indossare
uno speciale casco in grado di registrare le allucinazioni, in modo da poterle
poi studiare. In realtà tutto questo fa parte del piano di Morisi: è stato lui
a creare “Matteodrome” e a fare in modo che il premier entrasse in contatto con
il programma dietro il quale si nasconde una cospirazione sovranista anti-governativa
che punta alla eliminazione di M5S e PD sostituendoli con Lega e Fratelli d’Italia.
Il Premier scopre così di essere diventato una cavia nelle mani dei creatori
del “Matteodrome” e un'importante pedina del piani di Matteo Salvini: prendere
possesso del Paese per inserire il segnale del “Matteodrome” in tutti gli smartphone,
tablet e smart tv del paese in modo da controllarli agevolmente per alimentare
la propaganda salviniana.
Ormai in preda al delirio, Conte estrae la
pistola dallo stomaco e se la punta alla testa…
martedì 29 ottobre 2019
giovedì 24 ottobre 2019
martedì 22 ottobre 2019
giovedì 17 ottobre 2019
martedì 15 ottobre 2019
Vota al cinema! - L'uomo che rottamò se stesso
Una sera il leader
del Partito Democratico Matteo Renzi esce dal Nazareno e sale sulla sua bicicletta
per dirigersi verso casa. Durante il tragitto, dopo aver visto un manifesto pubblicitario
con Zingaretti che brinda alla nuova alleanza di governo con il M5S bevendo un
bel bicchiere del nuovo vino di D’Alema, cambia improvvisamente espressione e
comincia ad accelerare pedalando all’impazzata. Finisce così per perdere il
controllo del mezzo e prima di schiantarsi contro un muro, lo vediamo per un
attimo come si vede in realtà: con in dosso il suo bel giubbotto di pelle e gli
occhiali da sole mentre guida una bicicletta nuova fiammante e pedala
soddisfatto verso una nuova creatura politica, “Italia Viva”.
Ricoverato in ospedale
con un trauma cranico, le sue funzioni vitali si azzerano per alcuni istanti
per tornare alla normalità di li a poco. Una volta ristabilitosi dopo la
convalescenza Matteo ritorna a casa e riprende la sua vita accanto alla moglie e
ai figli. Intanto comincia seriamente a riflettere su quale sia il suo ruolo
nel PD fino a che strane visioni di un prossimo futuro gli fanno capire che
qualcosa sta succedendo: vede Roberto Giachetti firmare per il taglio dei
parlamentari per poi proporre un referendum contro il taglio stesso; il
barbiere alla buvette gli ricorda che era già passato nel pomeriggio per sistemare
i capelli in vista della nuova Leopolda e del varo della nuova creatura
politica “Italia Viva”, mentre gli appare Riccardo Nencini che gli lascia
intendere che i socialisti sono disposti
ad avviare una nuova relazione politica con lui.
Matteo, non
ricordando nulla, crede di avere dei problemi mentali e si rivolge così ad uno
psichiatra che sentenzia: “Tutti noi siamo in un certo senso più di una
persona, figuriamoci i politici. La bicicletta, il giubbotto di pelle e quella
camicia bianca con le maniche tirate su, quelle cose simbolizzano tutto quello
di che deve recuperare. Non si renda schiavo delle convenzioni”.
Con l’andare del
tempo le sue visioni aumentano e mentre Zingaretti vara la riforma del Pd che prevede una
segreteria unitaria, lo stop ai correntismi e nuove forme di partecipazione, Matteo
vede se stesso sfidare Salvini a un duello televisivo nello studio di “Porta
a Porta”.
Sempre più
confuso, telefona a casa ma la governante non crede alla sua identità
affermando che “il vero signor Renzi è nella sua stanza a decidere cosa fare di
“Italia Viva”, la sua nuova creatura politica". Matteo torna quindi a casa
di corsa e s'imbatte così nel suo sosia politico che gli rivela: “Io sono
te. Tu sei morto politicamente quel giorno che sei uscito dal PD, e per alcuni
attimi è morto anche il tuo iPhone: questo mi ha permesso di uscire e di creare
“Italia Viva”; solo che, purtroppo, tu hai ricominciato a vivere. Adesso siamo
in due e non può andare avanti così. Uno di noi due deve andarsene”.
Terrorizzato da
quella visione, Renzi inforca la sua nuova bicicletta e scappa inseguito dal
suo sosia, fino a quando perde in controllo del mezzo e finisce dritto nell’Arno
inabissandosi. Un attimo dopo il suo sosia ha un malore, ma si riprende brillantemente
per tornare finalmente al centro della scena politica italiana…
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