Una sera il leader
del Partito Democratico Matteo Renzi esce dal Nazareno e sale sulla sua bicicletta
per dirigersi verso casa. Durante il tragitto, dopo aver visto un manifesto pubblicitario
con Zingaretti che brinda alla nuova alleanza di governo con il M5S bevendo un
bel bicchiere del nuovo vino di D’Alema, cambia improvvisamente espressione e
comincia ad accelerare pedalando all’impazzata. Finisce così per perdere il
controllo del mezzo e prima di schiantarsi contro un muro, lo vediamo per un
attimo come si vede in realtà: con in dosso il suo bel giubbotto di pelle e gli
occhiali da sole mentre guida una bicicletta nuova fiammante e pedala
soddisfatto verso una nuova creatura politica, “Italia Viva”.
Ricoverato in ospedale
con un trauma cranico, le sue funzioni vitali si azzerano per alcuni istanti
per tornare alla normalità di li a poco. Una volta ristabilitosi dopo la
convalescenza Matteo ritorna a casa e riprende la sua vita accanto alla moglie e
ai figli. Intanto comincia seriamente a riflettere su quale sia il suo ruolo
nel PD fino a che strane visioni di un prossimo futuro gli fanno capire che
qualcosa sta succedendo: vede Roberto Giachetti firmare per il taglio dei
parlamentari per poi proporre un referendum contro il taglio stesso; il
barbiere alla buvette gli ricorda che era già passato nel pomeriggio per sistemare
i capelli in vista della nuova Leopolda e del varo della nuova creatura
politica “Italia Viva”, mentre gli appare Riccardo Nencini che gli lascia
intendere che i socialisti sono disposti
ad avviare una nuova relazione politica con lui.
Matteo, non
ricordando nulla, crede di avere dei problemi mentali e si rivolge così ad uno
psichiatra che sentenzia: “Tutti noi siamo in un certo senso più di una
persona, figuriamoci i politici. La bicicletta, il giubbotto di pelle e quella
camicia bianca con le maniche tirate su, quelle cose simbolizzano tutto quello
di che deve recuperare. Non si renda schiavo delle convenzioni”.
Con l’andare del
tempo le sue visioni aumentano e mentre Zingaretti vara la riforma del Pd che prevede una
segreteria unitaria, lo stop ai correntismi e nuove forme di partecipazione, Matteo
vede se stesso sfidare Salvini a un duello televisivo nello studio di “Porta
a Porta”.
Sempre più
confuso, telefona a casa ma la governante non crede alla sua identità
affermando che “il vero signor Renzi è nella sua stanza a decidere cosa fare di
“Italia Viva”, la sua nuova creatura politica". Matteo torna quindi a casa
di corsa e s'imbatte così nel suo sosia politico che gli rivela: “Io sono
te. Tu sei morto politicamente quel giorno che sei uscito dal PD, e per alcuni
attimi è morto anche il tuo iPhone: questo mi ha permesso di uscire e di creare
“Italia Viva”; solo che, purtroppo, tu hai ricominciato a vivere. Adesso siamo
in due e non può andare avanti così. Uno di noi due deve andarsene”.
Terrorizzato da
quella visione, Renzi inforca la sua nuova bicicletta e scappa inseguito dal
suo sosia, fino a quando perde in controllo del mezzo e finisce dritto nell’Arno
inabissandosi. Un attimo dopo il suo sosia ha un malore, ma si riprende brillantemente
per tornare finalmente al centro della scena politica italiana…
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